Benzina, amara sorpresa per gli automobilisti al distributore: la situazione gela gli italiani

Il prezzo del carburante da qualche giorno è tornato a salire, amara sorpresa per gli automobilisti europei: cosa sta succedendo?

Da qualche giorno, il prezzo del carburante è tornato a salire, dopo un temporaneo stop e con una lieve diminuzione registrata nel mese di maggio e nella prima metà di giugno. Purtroppo, però, il conflitto in Medio Oriente tra Israele e Iran non ha fatto altro che far schizzare il prezzo del petrolio, comportando un aumento sui prezzi in tutte le stazioni di servizio.

Pagamento al benzinaio
Pagamento al benzinaio -Frangiventoauto.it

La delicata situazione geopolitica in Medio Oriente ha destabilizzato i mercati mondiali, facendo impennare il prezzo del Brent del 10%. L’Iran, come sappiamo, è un Paese importante per il commercio di alcuni beni, specialmente di quelli che sono commerciati tra Europa e Asia e viceversa. Un Paese di frontiera che svolge un ruolo chiave tra Oriente e Occidente, specialmente per quando riguarda l’esportazione di petrolio e di gas.

Il conflitto tra Israele e Iran fa impennare il prezzo del carburante

Nell’ultima settimana il carburante ha subito rincari di 3 centesimi al litro, sia per quanto riguarda il gasolio che la benzina, e così, le grandi compagnie petrolifere, come Eni, Tamoil e Q8, sono state costrette a ritoccare i prezzi. In alcune stazioni di servizio, specialmente quelle localizzate lungo le autostrade, i prezzi del carburante hanno superato addirittura i 2 euro al litro.

La guerra in Medio Oriente rende ancora più complicata la situazione e destabilizza i mercati, già travolti dalla guerra in Ucraina. Sono tempi difficili, con un’estate che si preannuncia bollente, sotto tutti i punti di vista. Probabile che i prezzi alla pompa subiranno ulteriori incrementi anche nei prossimi mesi, eppure, in Italia sono già insorte diverse polemiche. Per quale motivo?

Incremento del prezzo del petrolio
Incremento del prezzo del petrolio -Frangiventoauto.it

Alcune associazioni hanno puntato il dito contro le singole stazioni di servizio, con i benzinai che non hanno tardato ad applicare gli incrementi, subito dopo lo scoppio della guerra. Approfittando del conflitto in Medio Oriente, molte stazioni hanno applicato incrementi ingiustificati, avendo acquistato il carburante nelle settimane precedenti e a prezzi minori. Come al solito, tanti esercenti non ci hanno pensato due volte per lucrare sui cittadini.

Aumenti dei prezzi alla pompa, il conflitto Israele – Iran scuote i mercati internazionali

Nel frattempo, si teme che l’Iran possa chiudere lo stretto di Hormuz, area strategica per bloccare i commerci. Se questa ipotesi dovesse concretizzarsi, tantissimi prodotti di uso quotidiano subirebbero rincari da record, con prezzi che schizzerebbero alle stelle. Tuttavia, una mossa del genere non converrebbe allo stesso Iran, in quanto non potrebbe più commerciare con nessuno e resterebbe isolato.

Rifornimento carburante alla stazione di servizio
Rifornimento carburante alla stazione di servizio -Frangiventoauto.it

L’Iran resterebbe isolato sia dalla parte Occidentale sia dalla parte Orientale, dove il principale partner resta la Cina. Intanto, dal 13 giugno scorso, la guerra tra Israele e Iran ha scatenato una nuova crisi commerciale che mette a rischio l’economia europea e mondiale. Prepariamoci a pagare di più carburante ed energia. Altro che Green Deal: ogni 100 auto nuove se ne vendono il doppio usate (e con motori vecchi).

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