Negli ultimi mesi qualcosa di strano ha iniziato ad accadere agli automobilisti italiani. Non si tratta di nuove regole, ma di dubbi in merito alle multe che in molti stanno ricevendo.

In Italia, ci sono moltissimi autovelox installati sulle strade, ma non tutti sono omologati. Quindi viene da chiedersi: le multe vanno pagate o no? Sono legittime oppure no? Scopriamolo subito insieme.
Cosa sta succedendo con gli autovelox e alle multe?
Ormai è passato più di un anno da quella sentenza della Cassazione che ha smosso le fondamenta del sistema: molti autovelox in uso potrebbero essere irregolari. Il problema è la mancanza di omologazione.
Sembra un dettaglio tecnico, e invece ha scatenato un vero terremoto. Perché non basta che un dispositivo sia approvato: per essere legale, secondo la giurisprudenza, deve essere omologato e sono due cose diverse.

Ma allora, tutte le multe prese con quegli apparecchi sono da considerarsi nulle? È qui che entra in gioco il caos.
Il censimento nazionale dei dispositivi
Il governo, con un emendamento al decreto Infrastrutture, ha deciso di vederci chiaro: censire tutti i misuratori di velocità usati da Comuni, Polizia e Ministeri. I dati però fanno già scalpore.
Secondo l’Anci, quasi il 60% degli autovelox fissi e oltre il 67% di quelli mobili non sarebbero omologati e nemmeno omologabili, visto che molti sono stati installati prima del 2017, quando ancora non esistevano regole precise.
In pratica, meno della metà degli apparecchi oggi in funzione potrebbe rientrare nei requisiti di legge. Gli altri sono da smontare o da sostituire. A meno che non si trovi un escamotage normativo, ma al momento non sembra esserci.
Le multe prese con gli autovelox vanno pagate?
Nel frattempo, chi riceve una sanzione può ancora fare ricorso e spesso vince. I giudici, compresa la Cassazione, stanno seguendo una linea sempre più chiara: senza omologazione, il verbale è nullo.
E anche se in passato le multe si pagavano lo stesso, oggi il rischio per gli enti locali è di vedersi arrivare raffiche di ricorsi, con spese legali e rimborsi annessi.

Le circolari ministeriali hanno provato a smorzare l’impatto, ma i tribunali sembrano andare dritti. Serve omologazione, non solo approvazione dei dispositivi e il punto non è solo burocratico: è una questione di affidabilità e trasparenza nei confronti dei cittadini.
Il censimento, una volta completato, sarà pubblicato online. Ogni ente dovrà dichiarare modello, tipo e regolarità di ogni dispositivo. E chi non lo farà entro 60 giorni dalla pubblicazione del decreto attuativo, rischia lo stop: i suoi autovelox diventeranno illegali. Lo dice il nuovo regolamento.
Ma basterà questo a sistemare tutto o si rischia che le multe già fatte diventino oggetto di valanghe di ricorsi? Seguiremo con attenzione come evolverà la situazione.