Le nuove normative volute dal Ministro Matteo Salvini e riguardanti gli autovelox non omologati stanno creando il caos tra i Comuni.
Le normative imposte dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini e riguardanti l’omologazione degli autovelox stanno scatenando il caos nei Comuni del paese. Il Governo ha chiesto solo una maggiore trasparenza, e l’utilizzo dei limitatori di velocità solo per garantire la sicurezza stradale, come dovrebbe essere, e non per fare cassa sulle spalle degli automobilisti.

La normativa ha portato a migliaia di ricorsi, con tanti Comuni che ora si trovano in difficoltà perché non sanno come giustificare gli incassi record degli ultimi anni e non sanno neanche come dover dismettere tutti i dispositivi non omologati. La situazione è confusa, ma il Decreto Infrastrutture ormai è stato chiarito: impossibile tornare indietro, sono i Comuni a doversi adeguare. Ma come?
Riforma Salvini per l’omologazione degli autovelox: i Comuni protestano
I dispositivi di controllo della velocità devono essere un deterrente, devono scoraggiare gli automobilisti a non correre, a guidare in maniera prudente, specialmente nei centri urbani. Eppure, in Italia, come al solito, questo concetto è stato esasperato, tanto da arrivare al piazzamento di 11.800 dispositivi in tutto il territorio, un sesto dei dispositivi totali in tutta Europa.
L’obiettivo, spiegano i deputati del Carroccio, è quello di fornire una maggiore trasparenza, maggiori tutele per gli automobilisti, contrastando le operazioni di “facile guadagno” da parte dei singoli Comuni. Dallo scorso 1 luglio è entrata in vigore la nuova legge, che vieta l’attivazione e il funzionamento di tutti gli autovelox non omologati e non presenti nella mappatura fornita dai Comuni al Ministero dei Trasporti.

Gli autovelox devono essere omologati, disposti in punti strategici, annunciati da cartelli e segnaletiche, e poi segnalati al Ministero delle Infrastrutture. Tuttavia, molti Comuni non riescono a capire come omologare i dispositivi, visto che ad oggi nessuno sa bene come omologare un autovelox. Il Decreto Autovelox del 2024 fornisce solo alcune informazioni, ma non bastano.
Autovelox non omologati, dovranno essere dismessi, ma i Comuni non sanno come fare
Sappiamo che gli autovelox, per poter essere legalmente attivi, devono rispettare determinati requisiti: devono essere applicati in punti strategici, dove le auto corrono di più, inoltre non si possono installare troppi autovelox sullo stesso territorio, e questi devono mantenere una certa distanza l’uno dall’altro. Inoltre, devono essere segnalati 50 metri prima nei centri abitati, 100 e 200 metri prima nelle strade extraurbane.

Dopo un anno dall’attuazione del Decreto Autovelox, i Comuni hanno avuto tempo di adeguarsi, e così, lo scorso 1 luglio è entrata in scena la nuova legge. Eppure, ancora oggi c’è tanta confusione. Pochi i Comuni che sono riusciti ad adeguarsi, dismettendo i dispositivi, oppure facendoli omologare. Nell’ultimo anno, le multe relative all’eccesso di velocità sono state pari al 10% delle sanzioni totali.
Insomma, tanti Comuni non sa cosa fare, non sanno come omologare o dismettere i dispositivi di rilevamento della velocità. E pensare, però, che non hanno avuto la stessa confusione quando li hanno installati e hanno lucrato sulle spalle degli automobilisti, inviando multe a valanga. Nuovi autovelox: scatta il controllo su autostrade e statali.